martedì 28 giugno 2011

I giovani non contano un cazzo

La specialità dell'Italia è il parlar d'altro. Il negare l'evidenza. Il dire che c'è di peggio. Si continua a far fatica a sopportare altrimenti la presenza, ancora in Consiglio regionale della Lombardia a 13mila euro al mese, di tale Nicole Minetti, diventata ormai famosa come la preferita di Berlusconi, la raccomandata nel listino bloccato, la ex valletta, ex igienista dentale, ex ballerina, ora presunta maitresse di Villa San Martino, titolare di uno stipendio maggiore di dieci volte a quello di un normale neolaureato italiano solo (ma questa è una visione faziosa) per via della sua bravura nel raccattare prostitute o presunte tali o aspiranti tali e portarle direttamente nel letto del suo padrone.
Ora, negli ultimi anni abbiamo certamente visto davvero tante cose scandalose. Ma il pelo sullo stomaco può non bastare davanti a qualcosa del genere, anche se i grandi editorialisti continuano a spacciare tutto per normale. Lilli Gruber, qualche sera fa, è stata commovente. "I giovani in questo Paese, che sono penalizzati su tutti i fronti, arriveranno con i forconi a un certo punto, perché non è possibile vivere in un Paese dove ci sia una assenza così forte di regole e di cultura delle regole e che tutto questo venga minimizzato. Io sono indignata, Belpietro, tu dici che in fondo così fan tutti, io penso che intanto non dovrebbero far così tutti e penso che il potere debba rispondere a delle regole di trasparenza. Tutta questa melma che sta venendo fuori in questo giorni non è rassicurante". Mai avevo visto la Gruber incazzarsi così tanto. Ma ciò che mi ha fatto incazzare di più è stato vedere la risposta di Belpietro. "Ma non ho detto questo...ma sono d'accordo...ma le regole devono valere per tutti...io sono per le regole, facciamo le regole...ma non le scopriamo solo adesso certe cose...il malcostume nasce in 60 anni di storia della Repubblica...non è peggiorato, basta ripassarsi un po' di storia patria...va benissimo cambiare, ma fino in fondo e per tutti". Parole vuote, con quel ghigno odioso. Il bisogno di parlare sempre d'altro, la faccia come il culo di chi si ostina a rifiutarsi di prendere una sacrosanta posizione e LAPIDARE il politico corrotto di turno, che si chiami Romano, Papa o Berlusconi.
Secondo qualcuno, il voto di Napoli e Milano e quello del referendum ha rappresentato una svolta. La gente non crede più ai Berlusconi, ai D'Alema, e ragiona sempre di più con la propria testa, anche attraverso i social network. A parte che scoprire che gli italiani si sono svegliati solo dopo i maghrebini, mi fa dubitare ancora una volta della nostra presunta superiorità culturale (non rispetto agli africani, ma rispetto al resto del mondo, di cui tanto blateriamo). A mio avviso, siamo solo un popolo di pecoroni, che dopo 20, 30 anni di berlusconismo non è ancora capace di capire nulla di quello che succede intorno a noi, e continua a dare fiducia a chi dice che abbasserà le tasse da 17 anni, e non accenna a cambiare strategia nemmeno quando si capisce, una volta di più, che le tasse vogliono abbassarle solo a quei "poverini" che hanno lo yacht e che sono, ahiloro, costretti ad evaderle.
C'è però una fetta larga della popolazione che di questa storia ne ha largamente piene le scatole. C'è chi non crede più che le intercettazioni siano uno scandalo perché violano la privacy. C'è chi non crede più che i magistrati siano il male e che Berlusconi sia una vittima. C'è chi non crede più che la P2, la P3, la P4 siano "invenzioni", "teoremi dei pm", e c'è chi è disgustato dal modo in cui questa gentaglia si è appropriata del nostro futuro, tra una manganellata ai No Tav e una firma mancata al decreto che dovrebbe liberare Napoli dai rifiuti (ma ora che ha vinto De Magistris, perché fare qualcosa per togliere la spazzatura dalla strada, quando c'è questa grande occasione di dimostrare che i napoletani hanno fatto male a votare a sinistra?).
Io mi incazzo quando penso che 20 anni fa, con una laurea presa in sei anni e con voto 108, adesso avrei un lavoro fisso e ben retribuito e non farei la fame come invece faccio, senza potermi permettere nemmeno una casa in affitto, senza aspettare che una botta di culo mi faccia trovare un aggancio e un lavoro un po' più retribuito, un miracolo per arrivare a mille euro al mese. I giovani, in questa Italia di merda, non contano niente, non hanno mai contato niente. E quando vanno in piazza e mettono a ferro e fuoco le camionette della polizia, senza peraltro ammazzare nessuno, dicono che sono teppisti, violenti, facinorosi. Non riescono a capire che se noi giovani ci incazziamo sul serio, altro che camionette a fuoco. Mettiamo a fuoco loro, dal primo parlamentare all'ultimo opinionista del cazzo.
Ci tocca un altro anno e mezzo di sofferenza, ma le prossime elezioni, se continuiamo così, saranno un'ecatombe. Altro che il fair play, l'alternativa, il "dispiacere umano" di cui parla Di Pietro. Io non sono dispiaciuto se Berlusconi è o sarà abbandonato proprio dai suoi galoppini più fedeli. Io sogno una nuova piazzale Loreto, per lui e per i suoi scagnozzi. E se dovrà essere solo figurata, e quel marmocchio non dovesse davvero essere appeso per i piedi in piazza, mi andrà bene uguale.