
La parola d'ordine della campagna elettorale appena cominciata è "abbassare i toni", nel nome di un confronto sereno e corretto tra le parti e della fine dell'epoca degli scontri. Concetto condivisibile in pieno, se non fosse per qualche incoerenza di troppo, sia nel comportamento di alcuni protagonisti, sia nella sua effettiva applicabilità. Sarebbe immaginabile negli Stati Uniti una campagna elettorale in cui un candidato alla presidenza, prima delle Primarie come prima delle elezioni vere e proprie, rinunci in partenza ad attaccare il suo avversario per dimostrare di essere migliore? Sarebbe immaginabile un confronto tra Hillary Clinton e Tarack Obama in cui i due non si accusano a vicenda? E' anche vero che, nel confronto in questione, ad esempio, Hillary accusò Obama "di aver ricevuto sovvenzioni per la sua campagna elettorale da un personaggio accusato di frode", mentre Obama replicò definendo la sua rivale "avvocato aziendale che siede nel consiglio di amministrazione di Wal-Mart": bombe atomiche in un paese in cui l'integrità morale di coloro che vogliono fare politica è una cosa seria. In Spagna è bufera intorno ad un presunto fuorionda di Zapatero, che dopo un'intervista confessava ad un giornalista di voler alzare la tensione della campagna elettorale, "se no la gente..."; l'opposizione del Pp lo accusa di non rispettare i cittadini, mentre il premier si difende dicendo che la "tensione che ci conviene" è quella che si ottiene "mobilitando e spiegando agli elettori socialisti la posta in gioco" il 9 marzo.
Intanto, in Italia, dopo anni di "scontro" in salsa anticomunista, prima si parla di toni bassi, poi Berlusconi va a Porta a porta e racconta che "il comunismo è stato il fallimento più grande del XX secolo", che "la sinistra vuole abolire la moneta come voleva Stalin" e che "Veltroni si pone come uomo nuovo ma fa politica da 30 anni, iniziando nel Pci". Tremonti a Ballarò invece rimprovera a Franceschini di aver alzato troppo i toni con l'aggettivo "conservatore", quando quest'ultimo parlava del neonato Pdl come di un partito, appunto, di destra e conservatore. In effetti siamo un paese molto strano, per cui forse dovremmo smetterla di confrontarci con le altre nazioni europee: nel resto del mondo infatti ciò che succede da noi sarebbe impensabile, in tantissimi campi, dall'informazione televisiva allo smaltimento dei rifiuti, dai pregiudicati in Parlamento alle ingerenze del Vaticano, dallo scandalo Telecom allo scontro politica-magistratura.
Come andranno queste elezioni dunque? I sondaggi danno per favorito Berlusconi, e non poteva essere altrimenti, data la scarsità di azione del governo Prodi lacerato dalle divisioni interne e dall'aumento della pressione fiscale, necessaria ma impopolare; il Cavaliere sta cavalcando proprio questo tema, oltre a quello della "non novità" di Veltroni, e ad un occhio obiettivo sembra destinato alla vittoria. Ma Veltroni crede nella rimonta, contando su un partito "nuovo" e su temi importanti e forse anche sul voto dell'"antipolitica" o di una parte di essa, garantito con l'alleanza con l'Italia dei Valori: basterà? Comunque vada a finire, si spera in un miglioramento.
Intanto, in Italia, dopo anni di "scontro" in salsa anticomunista, prima si parla di toni bassi, poi Berlusconi va a Porta a porta e racconta che "il comunismo è stato il fallimento più grande del XX secolo", che "la sinistra vuole abolire la moneta come voleva Stalin" e che "Veltroni si pone come uomo nuovo ma fa politica da 30 anni, iniziando nel Pci". Tremonti a Ballarò invece rimprovera a Franceschini di aver alzato troppo i toni con l'aggettivo "conservatore", quando quest'ultimo parlava del neonato Pdl come di un partito, appunto, di destra e conservatore. In effetti siamo un paese molto strano, per cui forse dovremmo smetterla di confrontarci con le altre nazioni europee: nel resto del mondo infatti ciò che succede da noi sarebbe impensabile, in tantissimi campi, dall'informazione televisiva allo smaltimento dei rifiuti, dai pregiudicati in Parlamento alle ingerenze del Vaticano, dallo scandalo Telecom allo scontro politica-magistratura.
Come andranno queste elezioni dunque? I sondaggi danno per favorito Berlusconi, e non poteva essere altrimenti, data la scarsità di azione del governo Prodi lacerato dalle divisioni interne e dall'aumento della pressione fiscale, necessaria ma impopolare; il Cavaliere sta cavalcando proprio questo tema, oltre a quello della "non novità" di Veltroni, e ad un occhio obiettivo sembra destinato alla vittoria. Ma Veltroni crede nella rimonta, contando su un partito "nuovo" e su temi importanti e forse anche sul voto dell'"antipolitica" o di una parte di essa, garantito con l'alleanza con l'Italia dei Valori: basterà? Comunque vada a finire, si spera in un miglioramento.