
Proprio cinque minuti dopo che Enrico Mentana, a Parla con me intervistato da Serena Dandini, aveva finito di dire che a suo avviso le televisioni non sono poi così importanti per creare il consenso, su Rete 4 andava in onda, montato ad hoc, il comizio di sabato di Silvio Berlusconi, interrotto ogni due minuti da scroscianti applausi, che è riuscito a dire financo che "la politica è un teatrino, anzi un baraccone, torneremo al governo per scalzare i parrucconi e terminare le cose buone che abbiamo fatto nei nostri cinque anni di esecutivo" (una promessa o una minaccia?); il memorabile (e abusivo, dato che Rete4 trasmette fuorilegge da qualche anno) discorso è terminato con una standing ovation alla frase "se non ci fosse stato Mastella il signor Prodi sarebbe ancora al governo, la riconoscenza è un nostro valore anche in politica" e con un preoccupante braccio destro teso.
Sempre sulle reti Mediaset, Studio Aperto delle 12.30 parlava, nella parentesi politica, di Diliberto che criticava Veltroni, mentre a destra nessun accenno alla dipartita di Casini e a quella probabile di Storace, frizzi e lazzi invece per il nuovo "Popolo della libertà". Un paio di settimane fa il pubblico di Buona Domenica, tra un dibattito scientifico e l'altro, regalava applausi a profusione alla prima diapositiva del Cavaliere e dispensava fischi all'immagine di Romano Prodi, mentre la direzione de Le Iene censurava un'intervista di Alessandro Sortino a Elio Mastella (in vista di un'alleanza?).
Ora, con tutto il rispetto che si può avere per uno che da giovanissimo è stato vicedirettore del Tg2 (grazie a Craxi?) e che dopo pochi anni prese in mano il Tg5 facendolo diventare il secondo Tg italiano, perché Mentana, se le televisioni non contano o contano poco, Berlusconi continua a tenersele strette? E perché Mentana, lei fu mandato via dal Tg5 e rimpiazzato da Carlo Rossella, che garantiva evidentemente una direzione molto più filoberlusconiana? E perché Fede sermoneggia ogni sera mostrando 365 metodi diversi all'anno di sesso orale, in barba a fior di sentenze che condannavano Rete4 ad andare sul satellite? E perché Biagi, Santoro e Luttazzi furono cacciati via a calci dalla tv su richiesta del Trapiantato nonostante ascolti altissimi?
Evidentemente perché la tv nella costruzione del consenso conta, eccome se conta.
Sempre sulle reti Mediaset, Studio Aperto delle 12.30 parlava, nella parentesi politica, di Diliberto che criticava Veltroni, mentre a destra nessun accenno alla dipartita di Casini e a quella probabile di Storace, frizzi e lazzi invece per il nuovo "Popolo della libertà". Un paio di settimane fa il pubblico di Buona Domenica, tra un dibattito scientifico e l'altro, regalava applausi a profusione alla prima diapositiva del Cavaliere e dispensava fischi all'immagine di Romano Prodi, mentre la direzione de Le Iene censurava un'intervista di Alessandro Sortino a Elio Mastella (in vista di un'alleanza?).
Ora, con tutto il rispetto che si può avere per uno che da giovanissimo è stato vicedirettore del Tg2 (grazie a Craxi?) e che dopo pochi anni prese in mano il Tg5 facendolo diventare il secondo Tg italiano, perché Mentana, se le televisioni non contano o contano poco, Berlusconi continua a tenersele strette? E perché Mentana, lei fu mandato via dal Tg5 e rimpiazzato da Carlo Rossella, che garantiva evidentemente una direzione molto più filoberlusconiana? E perché Fede sermoneggia ogni sera mostrando 365 metodi diversi all'anno di sesso orale, in barba a fior di sentenze che condannavano Rete4 ad andare sul satellite? E perché Biagi, Santoro e Luttazzi furono cacciati via a calci dalla tv su richiesta del Trapiantato nonostante ascolti altissimi?
Evidentemente perché la tv nella costruzione del consenso conta, eccome se conta.
1 commento:
Che ti meravigli... nella politica vige la regola del " indo cojo cojo"!
un saluto
Ps: ti invito a visitare il mio blog
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