
E' incredibile. Siamo ormai così abituati a non essere liberi, tanta è la libertà di cui ci hanno privati poco alla volta, un pezzettino al giorno, che ormai nessuno si indigna se qualcuno non è più libero di esprimere la sua opinione, il suo diritto di critica e anche di satira nei confronti di chicchessia. E dunque Grillo che critica Napolitano perché sta per firmare una legge, il Lodo Alfano, che di fatto rende quattro alte cariche dello Stato cittadini di serie A, intoccabili e impunibili - a prescindere dal fatto che il lodo serva solo alla carica più bassa - e che un Pertini o uno Scalfaro avrebbe stracciato dopo due minuti, "attacca", "insulta", così come Sabina Guzzanti, il cui pezzo SATIRICO, perché di satira si parla, è stato carico di energia, arte, a tratti sboccato ma stupendo, per i giornali ha "vilipeso" un ministro e "insultato" il Papa. Chiaramente, nessun rilievo sul fatto che in Piazza Navona c'erano migliaia di persone, che per la prima volta si sono "incontrate" le piazze del Pd, della Sinistra, dei girotondi e dei grillini, che tutti i sondaggi dicono che la maggioranza degli italiani è contraria al lodo Alfano. Niente.
Cosa avranno mai detto Grillo e la Guzzanti? Grillo, a parte la frase su Napolitano che in ogni caso rientra nel diritto di critica, ha parlato per dieci minuti di quelli che sono i veri problemi dell'Italia, dal precariato all'economia, dall'energia all'ambiente. Sabina si è invece indignata per la nomina di Mara Carfagna a ministro delle Pari Opportunità, scelta discutibile specie alla luce delle ultime insistenti voci sui "rapporti orali" - il quotidiano argentino Clarìn, che ha dato la notizia, li ha chiamati più onestamente "pompini" - dell'ex valletta con l'attuale premier, ed ha detto ad alta voce in una piazza stracolma quello che molti pensano, alcuni dicono, in troppi tacciono: che la presunta censura del Papa alla Sapienza fu una montatura dei media e che non c'è nessun motivo per cui Ratzinger dovrebbe inaugurare l'anno accademico delle nostre università. Stop.
Insulto? Vilipendio? Attacco gratuito? No, libertà di pensiero, di opinione. Di Travaglio, meglio non parlare, dato che soprattutto da sinistra è stato accusato anche lui di aver attaccato il capo dello Stato, altra colossale stronzata. Veltroni è andato da Mentana, su una televisione del capo del Governo, a dire a Di Pietro che deve scegliere tra stare con Grillo e Travaglio (e con molti elettori, per la verità) e stare con il Partito Democratico, "in un percorso razionale e riformista" che personalmente fatico a scorgere. Molti blogger-militanti del Pd, caduti dal pero per l'occasione, si indignano anche loro verso questo Di Pietro che non mantiene le promesse della campagna elettorale, solo perché non ha formato il gruppo unico, ma è stato il Pd a non volerlo, il gruppo unico, o no?; per il resto, mi risulta che le promesse elettorali di Di Pietro siano state tutte mantenute. Aveva detto che avrebbe fatto un'opposizione dura a questo regime vergognoso, e opposizione dura sta facendo. Per questo lo abbiamo votato. E taccia chi, da ignorante bifolco e cieco, diceva che io e quelli come me hanno votato per Di Pietro solo perché era alleato con il Pd e si poteva vincere: il Pd non poteva vincere. Prima di tutto, perché non si è accorto per niente che l'ondata di "antipolitica", che altro non è che delusione verso una certa categoria di "politici" (nel senso di uomini, di nomi), doveva essere cavalcata per guadagnare voti. Si doveva ascoltare Grillo, si doveva ascoltare Travaglio, si dovevano ascoltare i ragazzi dei Meetup. Se si chiudono occhi e orecchie e si punta solo sulla presenza a Matrix e Porta a Porta - dove peraltro si blatera della "sinistra che deve tornare a radicarsi sul territorio, che deve ascoltare la base", senza poi farlo - il nostro destino è e resterà quello di essere all'opposizione.
In conclusione, comunque, la cosa più divertente degli ultimi tre mesi è il fatto che, di fronte alle prime quattro o cinque vergogne del nuovo governo Berlusconi - le impronte ai bambini Rom, la legge salva Rete4, il lodo Alfano, la bloccaprocessi, il reato di clandestinità - tutti i cosiddetti intellettuali di sinistra, da Sansonetti a Polito passando per le "menti" del Pd, hanno intonato puntualmente "chi se ne frega" delle impronte, "chi se ne frega" di Rete4 e via dicendo, perché "le priorità del Paese sono altre", sono "le famiglie che non arrivano a fine mese". E allora permettiamo a questo governo di fare tutto, di tapparci la bocca, di mandarci la polizia o l'esercito in casa, per lo più senza combattere seriamente la criminalità, senza rimuovere un grammo di spazzatura campana e senza rilanciare il lavoro e l'economia. Quando saremo ufficialmente nel Terzo Mondo, i Polito e i Sansonetti potranno tranquillamente emigrare dove vorranno, dall'alto dei loro stipendi milionari e dei loro salotti altolocati. Dov'è finita la sinistra?
Eppure all'interno del Pd qualcuno, peraltro del gruppo dirigente, che dice cose sensate c'è ancora. Spero solo che la razionalità del partito che dovrebbe racchiudere la sinistra italiana non si fermi a Mario Adinolfi. Giovani, svegliatevi.
Cosa avranno mai detto Grillo e la Guzzanti? Grillo, a parte la frase su Napolitano che in ogni caso rientra nel diritto di critica, ha parlato per dieci minuti di quelli che sono i veri problemi dell'Italia, dal precariato all'economia, dall'energia all'ambiente. Sabina si è invece indignata per la nomina di Mara Carfagna a ministro delle Pari Opportunità, scelta discutibile specie alla luce delle ultime insistenti voci sui "rapporti orali" - il quotidiano argentino Clarìn, che ha dato la notizia, li ha chiamati più onestamente "pompini" - dell'ex valletta con l'attuale premier, ed ha detto ad alta voce in una piazza stracolma quello che molti pensano, alcuni dicono, in troppi tacciono: che la presunta censura del Papa alla Sapienza fu una montatura dei media e che non c'è nessun motivo per cui Ratzinger dovrebbe inaugurare l'anno accademico delle nostre università. Stop.
Insulto? Vilipendio? Attacco gratuito? No, libertà di pensiero, di opinione. Di Travaglio, meglio non parlare, dato che soprattutto da sinistra è stato accusato anche lui di aver attaccato il capo dello Stato, altra colossale stronzata. Veltroni è andato da Mentana, su una televisione del capo del Governo, a dire a Di Pietro che deve scegliere tra stare con Grillo e Travaglio (e con molti elettori, per la verità) e stare con il Partito Democratico, "in un percorso razionale e riformista" che personalmente fatico a scorgere. Molti blogger-militanti del Pd, caduti dal pero per l'occasione, si indignano anche loro verso questo Di Pietro che non mantiene le promesse della campagna elettorale, solo perché non ha formato il gruppo unico, ma è stato il Pd a non volerlo, il gruppo unico, o no?; per il resto, mi risulta che le promesse elettorali di Di Pietro siano state tutte mantenute. Aveva detto che avrebbe fatto un'opposizione dura a questo regime vergognoso, e opposizione dura sta facendo. Per questo lo abbiamo votato. E taccia chi, da ignorante bifolco e cieco, diceva che io e quelli come me hanno votato per Di Pietro solo perché era alleato con il Pd e si poteva vincere: il Pd non poteva vincere. Prima di tutto, perché non si è accorto per niente che l'ondata di "antipolitica", che altro non è che delusione verso una certa categoria di "politici" (nel senso di uomini, di nomi), doveva essere cavalcata per guadagnare voti. Si doveva ascoltare Grillo, si doveva ascoltare Travaglio, si dovevano ascoltare i ragazzi dei Meetup. Se si chiudono occhi e orecchie e si punta solo sulla presenza a Matrix e Porta a Porta - dove peraltro si blatera della "sinistra che deve tornare a radicarsi sul territorio, che deve ascoltare la base", senza poi farlo - il nostro destino è e resterà quello di essere all'opposizione.
In conclusione, comunque, la cosa più divertente degli ultimi tre mesi è il fatto che, di fronte alle prime quattro o cinque vergogne del nuovo governo Berlusconi - le impronte ai bambini Rom, la legge salva Rete4, il lodo Alfano, la bloccaprocessi, il reato di clandestinità - tutti i cosiddetti intellettuali di sinistra, da Sansonetti a Polito passando per le "menti" del Pd, hanno intonato puntualmente "chi se ne frega" delle impronte, "chi se ne frega" di Rete4 e via dicendo, perché "le priorità del Paese sono altre", sono "le famiglie che non arrivano a fine mese". E allora permettiamo a questo governo di fare tutto, di tapparci la bocca, di mandarci la polizia o l'esercito in casa, per lo più senza combattere seriamente la criminalità, senza rimuovere un grammo di spazzatura campana e senza rilanciare il lavoro e l'economia. Quando saremo ufficialmente nel Terzo Mondo, i Polito e i Sansonetti potranno tranquillamente emigrare dove vorranno, dall'alto dei loro stipendi milionari e dei loro salotti altolocati. Dov'è finita la sinistra?
Eppure all'interno del Pd qualcuno, peraltro del gruppo dirigente, che dice cose sensate c'è ancora. Spero solo che la razionalità del partito che dovrebbe racchiudere la sinistra italiana non si fermi a Mario Adinolfi. Giovani, svegliatevi.
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