giovedì 15 novembre 2007

Il calcio "malato", tra incompetenza e ipocrisia





Tra domenica e lunedì si è consumata una delle pagine più drammatiche del calcio italiano, e contemporaneamente una delle pagine più comiche dell'informazione televisiva. In mattinata un ragazzo è morto, per una tragica fatalità, o meglio, per la banale stupidità di un poliziotto che a 100 m da una rissa pensa bene di sedarla sparando ad altezza d'uomo. Un episodio di cronaca, nulla a che fare con il calcio, nè con il decreto Amato, nè con la violenza negli stadi.
Eppure già qualche ora dopo c'era già, tra i tifosi,chi si organizzava per rialzare la testa dopo mesi, quelli dalla morte di Raciti in poi, in cui la testa aveva dovuto tenerla bassa: per loro l'avvenimento non era "tifoso della Lazio accidentalmente ucciso da un poliziotto", bensì "rissa tra tifosi, poliziotto interviene e spara, un ragazzo muore". E si scatena il caos: a Roma ultras-guerriglieri attaccano commissariati, bruciano auto della polizia e distruggono la sede del Coni, oltre che picchiare tutti i giornalisti che incontrano.
Nel frattempo in televisione si sente di tutto e di più, dai luoghi comuni più beceri ("il calcio è malato", ripetuto decine di volte) alle richieste di dimissioni più disparate, come quelle di Xavier Jacobelli ("Amato, Abate e Matarrese in un Paese normale si sarebbero già dimessi, ma siamo in una repubblica delle banane"), ai deliri sull'opportunità di sospendere i campionati (discutibile), per finire ai proclami di La Russa, Taormina e Castelli (gli ultimi due ospiti da Biscardi), che urlavano che era tutta colpa di Amato.
Personalmente credo che due persone siano responsabili più delle altre per le violenze che sono successe. Il primo è il poliziotto che ha sparato. Il secondo è quel portavoce della polizia che ha detto che Gabriele Sandri era morto per due colpi sparati in aria, ipotesi tutt'altro che verosimile. In molti si sono sentiti presi in giro. Quanto alla favoletta del campionato da sospendere, chi può dire che sarebbe servito ad evitare gli scontri, dato che quando si doveva decidere (intorno alle 13) i tifosi erano già tutti nei pressi dello stadio? E poi, perché sospendere i campionati per un semplice fatto di cronaca che con il calcio non c'entrava nulla? Infine, chi ha permesso che a Bergamo si entrasse in curva con un tombino in mano?

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