venerdì 13 giugno 2008

Addio intercettazioni


Il video qui sopra è un esempio di scuola dell'importanza del tema del conflitto di interessi nell'informazione televisiva. In uno spezzone di meno di dieci minuti, in totale sprezzo della dignità della gente, si fa disinformazione pura, mettendo insieme un'accozzaglia di luoghi comuni, leggende metropolitane, accuse gravi e bugie vere e proprie. Si parla delle parole di Napolitano come di una direttrice da seguire nello sviluppare il ddl sulle intercettazioni, ma il capo dello Stato ha solo detto che su un tema delicato come questo servirebbero larghe intese, non ha detto che il ddl va bene e che l'opposizione deve adeguarsi.
Quanto al Pd, è discutibile la posizione di Veltroni che afferma che le intercettazioni non devono finire sui giornali - ma se non fossero finite sui giornali ora Moggi sarebbe al suo posto, e con lui Fazio e altri furbetti - ma Fede non può dire che "anche il Pd è d'accordo su questo disegno di legge". Così come non si può dire che le utenze intercettate sono 124mila, e quindi anche i cittadini intercettati sono 124mila, perché non è vero (ogni mafioso o spacciatore intercettato ha almeno 5 o 6 utenze, in più si intercettano anche i parenti, le utenze di casa, ecc.). Così come non si può dire che i costi delle intercettazioni sono un terzo dei totali costi della giustizia, perché non è vero. Quella che Fede chiama "mortificazione della vita privata delle persone" non è altro che un'opera di lecchinaggio esagerata nei confronti del suo padrone e dei suoi amici.
Ciò che più indigna però non è nè il Tg4 che fa il suo mestiere, dall'alto delle sue frequenze abusive, nè il ddl stesso, che Berlusconi aveva già preannunciato in campagna elettorale. Ciò che più indigna è l'Ordine dei giornalisti. Ciò che più indigna è l'Authority per le Comunicazioni. Dove sono queste autorità, sempre pronte a censurare Santoro e Travaglio quando dicono qualche verità e sempre addormentate davanti ad un giornalismo mafioso e disonesto come quello del "fido" Emilio?

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