PALERMO, 9 GEN - «Il generale Mario Mori mi disse di non inserire nel rapporto 'Grande Oriente' i nomi di tutti i politici citati dal confidente Luigi Ilardo. Tra questi c'era anche Marcello Dell'Utri: una persona importante, molto vicina ai nostri ambienti. Io allora ritenni l'inserimento del suo nome un pericolo. Se lo metto, pensai, succede il finimondo». Lo ha detto oggi, rispondendo alle domande del pm Nino Di Matteo, il colonnello dell'Arma Michele Riccio, che ha concluso la sua deposizione nel processo per favoreggiamento aggravato a carico del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu. Riccio, sentito come testimone assistito, ha specificato che Dell'Utri faceva parte dell' «area di riferimento nostra, dell'Arma», area di cui avrebbe fatto parte pure Silvio Berlusconi, e per chiarire il concetto ha sostenuto che entrambi «erano di casa nostra». Al presidente della IV sezione del Tribunale, Mario Fontana, che gli ha chiesto di essere più chiaro, il colonnello ha risposto citando le parole che gli avrebbe detto Mori: «Le 'guerre', loro (Berlusconi e Dell'Utri, ndr) le fanno per noi. Portate più pentiti e vedrete che i pentiti cadranno». Il senso sarebbe stato «combattere i pentiti» per agevolare Giulio Andreotti, sottoposto a un processo per mafia, lo scopo ultimo aiutare tutti gli altri imputati dello stesso reato, come Dell'Utri. (ANSA).
PALERMO, 9 GEN - L'ex ministro della Difesa Cesare Previti regalò un piatto d'argento al generale Mario Mori, «ma fu un regalo di tipo istituzionale, il ringraziamento al Ros, che io rappresentavo, per avere depositato una relazione sui collegamenti internazionali del terrorismo, chiesta dallo stesso onorevole Previti. Il piatto è ancor oggi esposto nella sala in cui il Ros tiene tutti i riconoscimenti e i premi». Lo ha detto Mori, rendendo dichiarazioni spontanee nel processo che lo vede imputato di favoreggiamento aggravato nei confronti del boss Bernardo Provenzano. A parlare del regalo era stato il colonnello Michele Riccio, nella scorsa udienza. «Previti volle incontrarmi - ha detto Mori - e io trovai la cosa abbastanza irrituale. Informai il capo del Ros, il generale Mario Nunzella, che a sua volta chiamò il comandante generale dell'Arma. Ottenute tutte le autorizzazioni, andai». Mori ha parlato anche dei presunti rapporti, suoi e di un fratello, col gruppo Mediaset: «Mio fratello lavorava come responsabile della sicurezza della Standa, quando la catena di supermercati faceva parte della Montedison. Mantenne lo stesso incarico quando il gruppo Standa fu acquisito dalla Fininvest, ma vi rimase per un paio d'anni e poi andò via». Il processo riguarda la mancata cattura di Bernardo Provenzano, la cui presenza a Mezzojuso(Palermo) era stata segnalata dal confidente Luigi Ilardo a Michele Riccio. (ANSA).
PALERMO, 9 GEN - L'ex ministro della Difesa Cesare Previti regalò un piatto d'argento al generale Mario Mori, «ma fu un regalo di tipo istituzionale, il ringraziamento al Ros, che io rappresentavo, per avere depositato una relazione sui collegamenti internazionali del terrorismo, chiesta dallo stesso onorevole Previti. Il piatto è ancor oggi esposto nella sala in cui il Ros tiene tutti i riconoscimenti e i premi». Lo ha detto Mori, rendendo dichiarazioni spontanee nel processo che lo vede imputato di favoreggiamento aggravato nei confronti del boss Bernardo Provenzano. A parlare del regalo era stato il colonnello Michele Riccio, nella scorsa udienza. «Previti volle incontrarmi - ha detto Mori - e io trovai la cosa abbastanza irrituale. Informai il capo del Ros, il generale Mario Nunzella, che a sua volta chiamò il comandante generale dell'Arma. Ottenute tutte le autorizzazioni, andai». Mori ha parlato anche dei presunti rapporti, suoi e di un fratello, col gruppo Mediaset: «Mio fratello lavorava come responsabile della sicurezza della Standa, quando la catena di supermercati faceva parte della Montedison. Mantenne lo stesso incarico quando il gruppo Standa fu acquisito dalla Fininvest, ma vi rimase per un paio d'anni e poi andò via». Il processo riguarda la mancata cattura di Bernardo Provenzano, la cui presenza a Mezzojuso(Palermo) era stata segnalata dal confidente Luigi Ilardo a Michele Riccio. (ANSA).
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