A quanto risulta dai coloriti commenti presenti in vari siti di simpatizzanti del centrodestra, primo fra tutti il blog di Paolo Liguori, la presenza di giovedì sera ad Annozero di Vittorio Sgarbi e i suoi ripetuti insulti a Marco Travaglio, Roberto Natale e Norma Rangeri sono molto piaciuti. Citando qualche attento e disinteressato lettore, infatti, Travaglio sarebbe "sbiancato" in volto perché non abituato al "contraddittorio", e bene avrebbe fatto Sgarbi a dare del bugiardo a lui e a Michele Santoro. Per la verità, pur essendo riuscito a vedere solo le poche scene incriminate e non tutta la trasmissione, l'evidenza dei fatti mi suggerisce di evidenziare le continue e volgari interruzioni di Sgarbi mentre Travaglio riportava due verità, ovvero che Enzo Biagi è stato cacciato dalla Rai per ordine di Berlusconi e che tutti i giornali usufruiscono dei finanziamenti pubblici, compreso Il Giornale su cui scrive lo stesso Sgarbi.
Ma più che sugli insulti e sulle parolacce del presunto critico d'arte, che tra l'altro hanno fatto impennare gli ascolti della trasmissione - anche se dubito che ai telespettatori sia piaciuta più di tanto la penosa scena - vorrei soffermarmi su due punti cruciali. Il primo è il monito del presidente Rai Petruccioli, secondo il quale Santoro avrebbe confuso "la libertà del giornalista e la responsabilità del conduttore con l'appalto, di fatto, della Tv Pubblica a Terzi che ne fanno un uso arbitrario e indecente"; in particolare, Petruccioli si è scagliato contro gli "insulti inconcepibili e privi di qualunque giustificazione di Grillo al Presidente della Repubblica, oltrechè ad una personalità universalmente stimata come il Professor Umberto Veronesi". Nessun commento invece sugli insulti di Sgarbi agli altri giornalisti presenti: perché? E perché nessuna presa di posizione in difesa del più grande giornalista italiano, Enzo Biagi, che secondo Sgarbi ha lasciato la Rai perché non gli andava bene un orario diverso e preferì intascare la liquidazione?
Il secondo punto riguarda invece il senso comune che ha acquistato il termine "contraddittorio"; secondo la definizione di Wikipedia, "il principio del contraddittorio esprime la garanzia di giustizia secondo la quale nessuno può subire gli effetti di una sentenza, senza avere avuto la possibilità di essere parte del processo da cui la stessa proviene, ossia senza aver avuto la possibilità di un'effettiva partecipazione alla formazione del provvedimento giurisdizionale". Negli ultimi anni, il contraddittorio è diventato una specie di ossessione nella televisione italiana: tutto cominciò quando Daniele Luttazzi intervistò proprio Marco Travaglio durante il suo programma Satyricon, intervista in cui il giornalista raccontava alcuni fatti che erano stati accertati dai magistrati di Palermo sull'origine delle fortune di Silvio Berlusconi, fatti che aveva raccolto in un libro, L'odore dei soldi. Luttazzi fu accusato, e con lui la Rai, di aver fatto opera di linciaggio di quello che era il futuro premier, intervistando Travaglio "senza contraddittorio". Anche a Sabina Guzzanti, quando il suo programma Raiot fu chiuso dopo una sola puntata, venne rimproverata l'"assenza di contraddittorio". Anche Report, dopo una celebre puntata su mafia e politica, cadde nell'accusa di mancato contraddittorio, mentre a Blu Notte di Lucarelli fu impedito di andare in onda durante la campagna elettorale perché la puntata in questione parlava della mafia e mancava il contraddittorio. Infine, anche Annozero viene sistematicamente tacciato di fare giornalismo fazioso senza contraddittorio. Ora, qualcuno sarebbe capace di spiegarmi che cos'è, questo benedetto contraddittorio? Significa forse che quando un giornalista dice un fatto vero, deve essercene un altro che riequilibra la situazione dicendo una balla? Significa che mentre parla Travaglio, deve esserci uno Sgarbi pronto ad interromperlo chiamandolo "pezzo di merda"?
Ma più che sugli insulti e sulle parolacce del presunto critico d'arte, che tra l'altro hanno fatto impennare gli ascolti della trasmissione - anche se dubito che ai telespettatori sia piaciuta più di tanto la penosa scena - vorrei soffermarmi su due punti cruciali. Il primo è il monito del presidente Rai Petruccioli, secondo il quale Santoro avrebbe confuso "la libertà del giornalista e la responsabilità del conduttore con l'appalto, di fatto, della Tv Pubblica a Terzi che ne fanno un uso arbitrario e indecente"; in particolare, Petruccioli si è scagliato contro gli "insulti inconcepibili e privi di qualunque giustificazione di Grillo al Presidente della Repubblica, oltrechè ad una personalità universalmente stimata come il Professor Umberto Veronesi". Nessun commento invece sugli insulti di Sgarbi agli altri giornalisti presenti: perché? E perché nessuna presa di posizione in difesa del più grande giornalista italiano, Enzo Biagi, che secondo Sgarbi ha lasciato la Rai perché non gli andava bene un orario diverso e preferì intascare la liquidazione?
Il secondo punto riguarda invece il senso comune che ha acquistato il termine "contraddittorio"; secondo la definizione di Wikipedia, "il principio del contraddittorio esprime la garanzia di giustizia secondo la quale nessuno può subire gli effetti di una sentenza, senza avere avuto la possibilità di essere parte del processo da cui la stessa proviene, ossia senza aver avuto la possibilità di un'effettiva partecipazione alla formazione del provvedimento giurisdizionale". Negli ultimi anni, il contraddittorio è diventato una specie di ossessione nella televisione italiana: tutto cominciò quando Daniele Luttazzi intervistò proprio Marco Travaglio durante il suo programma Satyricon, intervista in cui il giornalista raccontava alcuni fatti che erano stati accertati dai magistrati di Palermo sull'origine delle fortune di Silvio Berlusconi, fatti che aveva raccolto in un libro, L'odore dei soldi. Luttazzi fu accusato, e con lui la Rai, di aver fatto opera di linciaggio di quello che era il futuro premier, intervistando Travaglio "senza contraddittorio". Anche a Sabina Guzzanti, quando il suo programma Raiot fu chiuso dopo una sola puntata, venne rimproverata l'"assenza di contraddittorio". Anche Report, dopo una celebre puntata su mafia e politica, cadde nell'accusa di mancato contraddittorio, mentre a Blu Notte di Lucarelli fu impedito di andare in onda durante la campagna elettorale perché la puntata in questione parlava della mafia e mancava il contraddittorio. Infine, anche Annozero viene sistematicamente tacciato di fare giornalismo fazioso senza contraddittorio. Ora, qualcuno sarebbe capace di spiegarmi che cos'è, questo benedetto contraddittorio? Significa forse che quando un giornalista dice un fatto vero, deve essercene un altro che riequilibra la situazione dicendo una balla? Significa che mentre parla Travaglio, deve esserci uno Sgarbi pronto ad interromperlo chiamandolo "pezzo di merda"?
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