mercoledì 14 maggio 2008

Scoop!

Si è parlato tanto di Marco Travaglio come di un disonesto e insincero cronista, con il vizietto della malalingua e i legami pericolosi (con un "golpista" come Di Pietro), con velleità da pubblico ministero e smanie forcaiole. Eppure è di poche ore fa la notizia delle dimissioni di Simone Luerti dalla carica di presidente dell'Anm, il sindacato dei magistrati, in seguito alla notizia, riportata dall'Espresso, di un suo incontro a fine 2006 con Clemente Mastella e Antonio Saladino, proprio nel mezzo della bufera giudiziaria (l'inchiesta "Why not") che coinvolse questi ultimi. In quei giorni l'Anm tentennava - se si vuole usare un eufemismo - nel difendere l'operato del pm Luigi De Magistris, il cui trasferimento andò in porto nell'indifferenza dei più. Adesso viene fuori che il nome del presidente Luerti era nell'agenda di Saladino, e gli stessi interessati confermano l'incontro, seppur con qualche reticenza (a quanto pare per entrambi Saladino era lì per caso).
Di chi è lo scoop? Per Repubblica è dell'Espresso, senza specificare il nome del giornalista; su Corriere, Stampa e Giornale si fa riferimento a "recenti articoli di stampa che hanno riportato informazioni incomplete e non approfondite" - parole identiche per tutti e tre, in inglese si dice "copy and paste" - Libero invece soprassiede. Il cittadino non informato dunque, dopo aver visitato i siti web di ben cinque quotidiani, si fa l'idea che ci siano stati i soliti giornalisti impiccioni che hanno inventato tutto, rompendo le uova nel paniere di chi invece è onestissimo, così onesto che aveva detto di non vedere più Saladino da quasi dieci anni.
In realtà lo scoop non è uno scoop. Gli atti dell'inchiesta "Why not" sono pubblici ed aperti a qualsiasi giornalista curioso di saperne di più e non in attesa che le "news" gli cadano in testa mentre fuma il sigaro davanti alla sua scrivania. L'unico che ha avuto la brillante idea di fare il suo mestiere è stato proprio Marco Travaglio, che ha pubblicato la notizia nella sua rubrica "Signornò": ma parlare bene di Travaglio non si può, specie da quando è così antipatico al potere. Perciò di lui si parla solo quando fa comodo, per demonizzarlo, per farne un mostro, come Grillo, come De Magistris, come Clementina Forleo (definitivamente cacciata da Milano proprio qualche giorno fa).

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