mercoledì 23 gennaio 2008

De Pro(di)fundis


Era solo questione di tempo. Dopo quasi venti mesi di governo Prodi e dopo innumerevoli smarcamenti, gruppi misti, proclami, ricatti, polemiche, trasformismi e prese di posizione, alla fine è stato Mastella a porre la parola fine all'esperienza dell'Unione. E non per divergenze fondamentali, come potrebbero essere le posizioni sul Papa, sulle coppie di fatto o sulla laicità che tanto dividevano e dividono questa coalizione, ma per la mancata "solidarietà" nei suoi confronti dopo le dimissioni da ministro della Giustizia, o per il rifiuto di alcuni esponenti del Pd di andare a sostenerlo a Porta a porta, o per gli attacchi ricevuti da Di Pietro. Insomma, come direbbe Alessandro Sortino, "diamo un nome alle cose": una questione personale.
Parlando, o straparlando, da elettore del centrosinistra, seppur atipico, non posso dire di non aver previsto qualcosa del genere; dai primi mesi di governo abbiamo sentito Mastella e altri presunti "centristi" attaccare gli altri partiti, smarcarsi dal programma elettorale, rifiutare di approvare riforme fondamentali che erano state promesse agli elettori, prime tra tutti quelle sul sistema radiotelevisivo e sul conflitto d'interessi. Abbiamo visto Dini fondare un partito di ultrasettantenni con ben tre esponenti e proporre a Prodi un programma in dodici punti, non si sa bene in nome di quale mandato elettorale. Abbiamo visto Fisichella prendere le distanze più volte da un governo "troppo di sinistra". Abbiamo visto Pallaro ricattare continuamente la maggioranza in cambio di voti favorevoli. Per cui non possiamo scandalizzarci di fronte ad un Mastella che si tira fuori, specie se consideriamo che l'esperienza dell'ex ministro in politica, salvo clamorosi stravolgimenti, è al capolinea, dopo tutte le figuracce (e i problemi con la giustizia) rimediate.
Ciò che ci si dovrebbe aspettare in questo momento da questa coalizione è una scelta di buon senso, ovvero mettere fine, una volta per tutte, ad ogni divisione e ad ogni frammentazione partitica, mettere fine all'eterogeneità dell'Unione e pensare in primo luogo all'affidabilità dei suoi esponenti. Perché non si può più affidare un programma condiviso ai capricci di un Dini o di un Mastella. Lo capiranno? A volte pare che gli elettori siano più svegli e intelligenti degli eletti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

è caduto lu Guverno. Ti sono solidale, ex Guverno. E moh, pane e mortadella per tutti.

Domenico Zurlo ha detto...

Tragico. Tragico.