giovedì 10 gennaio 2008

Responsabili wanted


La Campania è sommersa. Per l'ennesima volta negli ultimi anni si parla di emergenza rifiuti e si condannano "i partiti del no", coloro che non vogliono gli inceneritori, che predicano la necessità della raccolta differenziata, che insistono sulla pericolosità per la salute di discariche e termovalorizzatori, che protestano contro i finanziamenti pubblici al Cip6 (grazie al quale decine di milioni di euro sono andati ai petrolieri anziché alle rinnovabili). Fa parte del cosiddetto "partito del no", guardacaso, il ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio, uno dei pochi politici che da anni insiste sui punti di cui sopra; da qualche giorno il colpevole dell'emergenza campana è lui, all'unanimità.
Non una parola sui magistrati che non hanno indagato, sui finanziamenti scomparsi, sulla camorra, sull'Impregilo che doveva smaltire e non ha smaltito, su Bassolino e la Jervolino che regnano a Napoli e in Campania da anni.
Ciliegina sulla torta, la nomina di Gianni De Gennaro a commissario straordinario. Massimo rispetto a ciò che è stato De Gennaro, sempre in prima linea nella lotta alla mafia e in passato anche al fianco di Giovanni Falcone, ma sarebbe ora, in questo paese, che qualcuno pagasse per le malefatte che commette o quantomeno per le conseguenze morali. De Gennaro era capo della polizia ai tempi dei pestaggi del G8 di Genova, nel 2001, ai tempi della più grave sospensione della democrazia e dello stato di diritto degli ultimi anni, della "repressione cilena", della "macelleria messicana", per ricordare alcune delle espressioni usate per descrivere quei giorni vergognosi; inoltre, per quei fatti è anche indagato. In un paese normale si sarebbe dimesso un'ora dopo la morte di Carlo Giuliani, e non sarebbe mai più tornato in nessuna veste. In Italia invece si riciclano tutti, si riabilitano tutti, tant'è che in commissione Antimafia siedono due pregiudicati, Alfredo Vito (Fi, 2 anni patteggiati e 5 miliardi di lire restituiti per 22 episodi di corruzione) e Paolo Cirino Pomicino (DcA, 1 anno e 8 mesi definitivi per finanziamento illecito tangente Enimont, 2 mesi patteggiati per corruzione per fondi neri ENI): guardacaso, entrambi campani.

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